19 luglio 1985. Disastro di Val di Stava

Il 19 luglio del 1985 avvenne la tragedia del crollo della diga che fungeva da argine al bacino di decantazione del materiale di scarto della miniera di galena argentifera del monte Prestavel nel Trentino.

L’ enorme massa fangosa precipitò per il pendio della valle, verso l’abitato di Stava, a una velocità stimata di 90 chilometri orari spazzando via ogni cosa. Le povere vittime, accertate dopo un anno di ricerche, furono 269. All’azione di soccorso intervennero migliaia di Vigili del Fuoco, oltre a molte organizzazioni ed a numerosi volontari.

Il Corpo d’Armata Alpino intervenne con 4000 uomini. In quel periodo, da Sottocapo di Stato Maggiore del Comando, ricevetti per telefono la richiesta di soccorso e mi venne spontaneo proporre al Generale Comandante d’ intervenire immediatamente con gli Alpini Paracadutisti che, interrotto il consumo del rancio, da Bolzano furono inviati con gli elicotteri e calati direttamente, in volo stazionario, su quel mare di fango. Cito questo intervento perché quei ragazzi, avendo il manico dell’attrezzo leggero sporgente dalla sommità dello zainetto tattico, suscitarono l’interesse di qualche sprovveduto cronista, sistemato lontano, al sicuro ed all’asciutto.

Sprovveduto certo, ma non di mala fede, se riuscì a pubblicare il suo tentativo di sarcasmo sostenendo che gli Alpini Paracadutisti erano intervenuti d’urgenza, non avendo una idea migliore per farlo, se non quella di impiegare il fuciFONTE:

FONTE: Gen. Italico Cauteruccio