Franco Magnani

Franco MAGNANI Magnifica figura di ufficiale, già ripetutamente distintosi per lo sprezzo del pericolo. Catturato in URSS, durante la lunga prigionia, di ben 11 anni, sfidava a viso aperto minacce e sevizie, punizioni e condanne a lavori forzati, tenendo alto e immacolato il nome del soldato italiano. Impavido nell’affrontare mortali sofferenze, tenace nel sopportarle. Dimostrò così che si può anche essere vinti materialmente e restare imbattuti, anzi vittoriosi, nel campo dell’onore.

Nacque in provincia di Pavia, nel 1909, ufficiale di complemento, fu assegnato al 4º Rgt alpini

Nel 30 venne inviato in Tripolitania. Dalla Libia partì per l’Africa Orientale con il 1º Rgt di fanteria coloniale e partecipò al conflitto etiopico.

Riemtriaro, fu destinato all’8º Rgt alpini della 3ª Divisione alpina “Julia”.

Prese parte alle operazioni belliche sul fronte greco-albanese al comando della compagnia d’assalto della “Julia”; Compagnia “speciale” formata di elementi volontari scelti da lui. Gravemente ferito ad una gamba nel 2° giorno di guerra, rimpatriò.

Nel 42 partì per la Russia al comando della 12ª Compagnia del Btg “Tolmezzo”. Durante le marce di ripiegamento dal Don, cadde, combattendo, in mano nemica, il 22 gennaio 1943, con i pochi superstiti del suo Rgt.

Non piegandosi di fronte alle minacce e alle sevizie, mantenne un contegno fierissimo e per questo venne condannato da un tribunale militare sovietico a 15 anni di lavori forzati da scontarsi in un lager di correzione.

Dopo aver sopportato 11 anni di persecuzioni e campi di punizione, rimpatriò nel 54.

Rientrò nella nuova Brigata alpina “Julia”, ove ebbe il comando del Btg “Feltre” e poi del Btg “Gemona” da lui stesso ricostituito.

Fu decorato di MOVM (motivazione ⬇️)

Comandò il 7º Rgt della Brigata alpina “Cadore” e poi, nel 60-61, la Scuola Militare Nunziatella.

Promosso Gen di brigata nel 61, assunse il comando della Brigata alpina “Taurinense”.

Morì per gli esiti di un incidente stradale, nel 65.

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(Mede, 9.3.1909 – Torino, 1.3.1965)

Motivazione MOVM:

«Magnifica figura di ufficiale e di combattente, già ripetutamente distintosi per l’incrollabile fede e l’eccezionale sprezzo del pericolo, specie in una difficile e delicata operazione di guerra precedente alla cattura. Durante la lunga prigionia sfidava a viso aperto minacce e sevizie, punizioni e condanne, tenendo alto e immacolato il nome di soldato e di italiano. Impavido nell’affrontare mortali sofferenze, tenace nel sopportarle, indomabile contro la persecuzione del nemico e l’avverso destino, dava prova di elevate virtù militari ed esempio sublime di incorruttibile onestà, di onore adamantino. Per il suo dignitoso contegno di assoluta intransigenza con le leggi del dovere guadagnò il martirio dei lavori forzati. Dimostrò così che si può anche essere vinti materialmente e restare imbattuti, anzi vittoriosi, nel campo dell’onore.»

FONTE: Eroi senza gloria