Giuseppe “Bepi” De Marzi, nato il 28 maggio 1935 ad Arzignano, nella Valle del Chiampo (Vicenza), è uno dei più importanti compositori e direttori di coro italiani del Novecento. La sua musica, profondamente radicata nella tradizione popolare e alpina, ha contribuito a definire l’identità corale italiana, rendendolo una figura di riferimento nel panorama musicale nazionale e internazionale.
Formazione e carriera musicale
De Marzi ha iniziato a suonare l’organo in chiesa all’età di 14 anni e ha proseguito gli studi musicali per volontà dei genitori. Ha insegnato educazione musicale a Valdagno e ha ricoperto ruoli di docenza presso l’Istituto Comunale “Canneti” di Vicenza, sezione staccata del Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia, e nei seminari diocesani di Vicenza. Successivamente, ha insegnato al Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova, diretto da Claudio Scimone, che lo ha voluto come clavicembalista e organista nei Solisti Veneti .
Bepi De Marzi svolse il servizio militare presso la Scuola Militare Alpina di Aosta, dove ricevette la formazione iniziale. Successivamente, prestò servizio come sergente degli Alpini Paracadutisti a Bressanone.
Questa esperienza militare ebbe un’influenza significativa sulla sua carriera musicale, ispirandolo nella composizione di brani che riflettono la vita e i valori degli Alpini. Un esempio emblematico è il celebre canto Signore delle cime, composto nel 1958 in memoria di un amico scomparso in montagna.
I Crodaioli e la musica corale
Nel 1958, De Marzi ha fondato il coro maschile “I Crodaioli” ad Arzignano, che ha diretto per oltre sessant’anni. Con questo ensemble ha dato vita a un vasto repertorio di canti di ispirazione popolare, molti dei quali sono stati eseguiti da cori di tutto il mondo, tra cui spicca “Signore delle cime”, tradotto in oltre 130 lingue .
“Signore delle cime” e altre composizioni
“Signore delle cime”, composta nel 1958 in memoria dell’amico Bepi Bertagnoli, è una delle sue opere più celebri. Questo canto-preghiera, dedicato a un amico scomparso in montagna, è diventato un inno universale di spiritualità e memoria . Tra le sue altre composizioni significative si annoverano “Ave Maria” e “Le voci di Nikolajewka”, quest’ultima ispirata alla ritirata dal fronte orientale durante la Seconda Guerra Mondiale .
Riconoscimenti e ultime attività
Nel 2018, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a De Marzi il titolo di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, riconoscendo il suo contributo straordinario alla musica e alla cultura italiana . Nel 2019, a causa di problemi di udito, ha annunciato il suo ritiro dalla direzione del coro “I Crodaioli”, ponendo fine a un’epoca significativa della coralità italiana .
Bepi De Marzi rimane una figura emblematica della musica corale italiana, la cui opera continua a ispirare generazioni di musicisti e appassionati.